(Foto di Jerzy Górecki da Pixabay)

Testo tratto dal sito: Guida Psicologi

 

Anoressia e Bulimia

“I termini “Anoressia” o “Bulimia” sono ormai parte del nostro vocabolario quotidiano e questo da un lato aumenta la probabilità di riconoscere questo tipo di problematica ma dall’altro può generare confusione. Ma non tutti i problemi alimentari sono disturbi alimentari. Facciamo chiarezza.

  • “Sono grassa, non devo mangiare”
  • “Quando sto male non resisto e divoro tutto ciò che trovo”
  • “Devo controllare ciò che mangio, altrimenti è tutto inutile”

Queste sono solo alcune tra le più frequenti frasi riportate da chi soffre di un disturbo alimentare. Tuttavia, è sempre più frequente sentire storie di persone che non richiedono un trattamento per il proprio disturbo alimentare a causa del fatto che non si identificano nelle categorie maggiormente conosciute. Può darsi, ad esempio che alcuni alternino tra momenti in cui seguono una dieta ferrea e sono in sottopeso e momenti in cui hanno un alimentazione incontrollata e magari si inducono il vomito.

 

Gli aspetti di rischio

Sono due gli aspetti di rischio più importati:

  1. Non tutti i problemi alimentari sono disturbi alimentari
  2. Le categorie diagnostiche non sono così semplici come il luogo comune ci suggerisce […]

I Disturbi del Comportamento Alimentare sono senza dubbio tra le diagnosi psichiatriche più diffuse e temute, nonché attuali […]

Confondere l’essere sottopeso all’anoressia nervosa o ritenere che un abbuffata denoti la presenza di un disturbo alimentare, ad esempio, è diventato estremamente frequente. Questa confusione concettuale può provocare considerevoli danni ed è quindi fondamentale iniziare a fare chiarezza per discriminare problemi e difficoltà legate all’ambito alimentare fisiologici e transitori, da veri e propri quadri clinici patologici che devono essere presi in carico da professionisti della salute.

La grande maggioranza delle persone che si abbuffa non ha un disturbo alimentare, così come la grande maggioranza delle persone in sottopeso […]

E allora come mi accorgo se ho un DISTURBO ALIMENTARE (D.A.)?

È scontato affermare che il miglior modo per avere la conferma di un disturbo psichiatrico sia rivolgersi ad un professionista […]

Secondo il modello transdiagnostico di Chistopher Fairburn (CBT-E), la caratteristica clinica più rilevante per fare una distinzione tra “problemi” e “disturbo” riguarda i contenuti della nostra mente, dal nostro mindset cognitivo. Chi soffre di un disturbo alimentare, è infatti eccessivamente preoccupato per il peso, la forma del corpo o il controllo dell’alimentazione […]

Dato che i nostri comportamenti possono cambiare nel tempo, è importante non basarci solamente su questi aspetti, ma verificare dentro di noi se esiste nella nostra mente un nucleo di pensiero che ci dice che “siamo adeguati” e che “va tutto bene” solamente a condizione che alcuni aspetti siano esattamente come noi li vogliamo.

Per l’articolo completo clicca: Guida Psicologi

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