Testo tratto dal sito: Humantrainer

 

Autolesionismo digitale

“Negli Usa è stata esaminata per la prima volta la diffusione tra gli adolescenti dell’autolesionismo digitale, fenomeno caratterizzato da forme di aggressione rivolte contro se stessi che si manifestano online (per esempio episodi di cyberbullismo prodotti contro se stessi).

Lo Studio(*) è stato condotto dai due fondatori e co-direttori del Cyberbulling Research Center: il Dr. Sameer Hinduja, professore presso la Scuola di Criminologia e Giustizia Criminale(*), e il Dr. Justin W. Patchin, professore di Giustizia Penale(*).

 

Premesse dello studio

Come affermano gli autori, l’autolesionismo digitale – conosciuto anche con i termini “auto-cyberbullismo”, “auto-trolling”, “cyber-autolesionismo” – può essere considerato come la versione online di quel fenomeno che vede alcuni ragazzi infliggere a se stessi intenzionalmente tagli, bruciature, ecc. Un esempio si ha quando un adolescente crea su internet un account fasullo attraverso il quale scrive messaggi ricchi di insulti, critiche, anche minacce, rivolgendoli, però, non contro un coetaneo, bensì contro di sé [… Studio …]

 

Risultati dell’esame

Circa il 6% degli adolescenti intervistati ha dichiarato di aver pubblicato in forma anonima online qualcosa contro se stesso. Una tendenza maggiore ad assumere questo tipo di comportamento è stata riscontrata soprattutto nei ragazzi (7,1%) rispetto alle ragazze (5,3%), ma con motivazioni di base differenti: mentre i maschi, infatti, affermano di compiere azioni autolesionistiche online soprattutto per scherzare o attirare l’attenzione, le ragazze, invece, hanno ammesso di averlo fatto per motivi legati a situazioni di malessere psicologico, depressione, ansia e simili.

Grazie all’intervista sono state, inoltre, individuate diverse correlazioni significative dell’autolesionismo digitale; in modo particolare caratteristiche quali l’essere già vittime di bullismo, l’orientamento sessuale, la presenza di sintomi depressivi, l’utilizzo di sostanze stupefacenti, il praticare autolesionismo tradizionale sembrano spingere i ragazzi verso questo tipo di comportamento sul web. Le vittime di cyberbullismo, per esempio, hanno mostrato un rischio maggiore del 12% di diventare a loro volta bulli contro se stessi in rete; i non eterosessuali si sono mostrati 3 volte più propensi degli altri ad assumere comportamenti autolesivi online.

 

Conclusioni

Alla luce di quanto emerso, per i direttori del Cyberbulling Research Center è importante ora rivolgere una maggiore attenzione all’autolesionismo digitale. Genitori, educatori ma anche coloro che indagano su episodi di cyberbullismo dovrebbero sempre considerare che dietro un messaggio offensivo pubblicato online contro un ragazzo potrebbe esserci quel ragazzo stesso.

È necessario, inoltre, indagare ancor più a fondo i motivi che spingono gli adolescenti a diventare cyberbulli contro se stessi”

Per l’articolo completo “Adolescenti e autolesionismo digitale: esame empirico” clicca sul sito: Humantrainer

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