(Foto di giselaatje da Pixabay)
Testo tratto dal sito: State of Mind
Il fenomeno del Bullismo
“Spesso il minore che è vittima di comportamenti di bullismo da parte di coetanei ha difficoltà nel parlare con i propri genitori per svariati motivi, uno tra i tanti è la paura che questi possano aggravare la situazione, possano arrabbiarsi con i professori, possano andare dal dirigente scolastico, oppure semplicemente per evitare di far soffrire i genitori o per semplice vergogna […]
Un genitore attento è in grado di rendersi conto, anche quando mancano le parole, che vi è qualcosa che turba il figlio poiché i campanelli di allarme che vengono trasmessi sono svariati: il figlio/a diviene agitato, preoccupato, cerca di ritardare l’orario dell’entrata a scuola; inizia a sviluppare una sintomatologia fisica cioè comincia con il soffrire di mal di testa o mal di pancia, dolori che scompaiono durante le vacanze; torna a casa con ematomi in diverse parti del corpo o con libri o quaderni stracciati, riceve delle telefonate o dei messaggi che lo rendono ansioso e si chiude in se stesso.
Possono esservi dimostrazioni di labilità emotiva come lo scoppiare in pianti improvvisi; oppure non viene mai invitato dai compagni ad uscire il pomeriggio o alle feste; mostra un calo nel rendimento scolastico; diviene evasivo circa le domande inerenti il proprio stato umorale; comincia a mettere in atto degli agiti di regressione, cioè inizia a comportarsi come un bambino più piccolo dell’età che ha e ciò per attirare l’attenzione delle figure di riferimento; a volte può far uso di alcol o di droga.”
Per saperne di più leggi l’articolo completo “Il fenomeno del Bullismo: come riconoscerlo all’interno del nucleo familiare”: State of Mind
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