Testo e immagine di Giuliana Magalini (Anima, tecnica mista) per Adolescenza InForma

Si sono diffuse negli ultimi anni forme di intervento riabilitativo (sia per handicap fisico che per disagio psichico) volte a facilitare l’espressione del soggetto: teatro, musica, arte figurativa, ecc.

L’espressione e la comunicazione diventano gli assi portanti di questo tipo di cura: l’Arte Terapia si colloca in questo indirizzo. Nasce negli anni quaranta nei paesi anglosassoni e si diffonde negli anni ottanta anche in Italia.

Oggi l’Arte Terapia in Gran Bretagna è una professione regolamentata, con corsi di specializzazione post-laurea che si svolgono presso atenei statali; uno di questi è il  Goldsmiths’ College di Londra che riconosce il diploma rilasciato dall’Associazione Art Therapy Italiana, con sede a Milano e a Bologna, in conformità alle norme che regolano la pratica di questa come di altre professioni in tutti i paesi della EPC (Europen Professional Certification); attualmente in Italia è iniziato un iter di risconoscimento della professione di arteterapeuta.

Il laboratorio di Arte Terapia,  così come lo imposto secondo la formazione della  Scuola Art Therapy Italiana  (Golsmiths’s College di Londra),  mette a disposizione in un luogo,  frequentato con cadenza ritmica settimanale, tutti i materiali artistici  convenzionali e non, in modo che l’individuo abbia modo di esprimersi  secondo la modalità che  preferisce.  L’intervento può essere individuale o di gruppo. Può avvenire in ambito clinico o in un laboratorio espressivo.

Diversi sono gli stili e le modalità di utilizzo della proposta:  c’è chi  desidera controllare il lavoro con pennarelli e matite, chi vuole espandersi con tempere e colori a dita, chi lavora in tridimensionale con creta o materiali strutturato (legni, cartoni, ecc) e nel frattempo avvengono trasformazioni durante il percorso di conoscenza di sé e di maggiore fiducia nel gruppo. Nella produzione di immagini  prende forma la rappresentazione di  temi  che vanno a definire un codice rappresentativo personale che esprime i contenuti  interni del soggetto e la particolare modalità di comunicazione con l’esterno.

Perché  Arte Terapia con gli adolescenti

L’ adolescente  vive  un momento “creativo” nel corpo e nelle relazioni e cosa,  meglio dell’arte,  può rappresentarlo? L’arte permette di “dar forma” e trasformare, di fare al di là della dimensione relazionale e di inserire  in un’immagine opposti difficili da concepire;  l’immagine permette altresì  che si tolleri l’incertezza, l’ambiguità, che si sospenda il giudizio, e che si superi quell’atteggiamento anticreativo che cerca normative sicure, schemi da imitare, tecniche precostituite.

L’adolescenza è un tempo di crisi che si presenta più o meno acuta a seconda dei background socio-affettivi dell’adolescente, e se, sfortunatamente, nell’infanzia alcune cose non sono andate bene, l’adolescente le fa esplodere: se il disagio viene elaborato diventa un tempo di trasformazione, altrimenti  può strutturarsi in psicopatologia.

Oggi, come è stato descritto da più parti, questa crisi adolescenziale assume forme diverse a causa di nuovi stili di vita, di comportamenti e di identità sociale; questa condizione è stata ampiamente illustrata da Z. Bauman che descrive la società ed il nuovo modello di personalità “liquida”. L’adolescente contemporaneo è un “non contenuto” (ciò che caratterizza i liquidi è la ricerca del contenitore), contraddistinto dalla paura dell’inadeguatezza a fronte di una libertà potenzialmente infinita accoppiata all’infinita insicurezza del soggetto. Il laboratorio di arte terapia costituisce la possibilità di stare in un contenitore di stati emozionali non nominabili, né tantomeno facilmente riconoscibili.

E’ evidente come in questo periodo esistano per i ragazzi/e del nostro tempo delle problematiche legate alla  scarsa offerta di  spazi collettivi per sperimentare modalità di relazione e di scambio reali.

L’adolescente vive il difficile compito di dover “mentalizzare” il cambiamento corporeo, emozionale, relazionale, e d’altro canto, il contesto sociale in cui viviamo, caratterizzato dall’agire compulsivo e dall’imperativo del “dover godere”, non facilita i processi del pensiero. La diffusione degli strumenti di comunicazione tecnologica (internet, chat)  ha modificato le abitudini e gli stili di vita degli adolescenti in modo evidente e questi strumenti  possono portare con sé il rischio di forme nuove di disagio: l’isolamento, la povertà affettiva, l’impoverimento del carattere “esperienziale” della vita con i suoi aspetti affettivo-relazionali.

E’ necessario per i ragazzi “fare esperienza” con la possibilità di mentalizzare la sensazione. Si assiste invece  nei ragazzi/e alla perdita del gusto del gioco per una fuga nell’agire concreto, nella forza, nella sfida o all’opposto nella sottomissione gregaria o nella strutturazione di fantasie private completamente separate dalla realtà esterna. M. Recalcati  parla di  “monadi di godimento”,  in questo contesto di  “realtà virtuale”.  Il virtuale deve essere integrato con altre esperienze di scambio reale.

In un’epoca in cui tutto è immagine:  dalla pubblicità che incoraggia ad un certo look, a certi stili di vita diffusi “omologanti”, alla diffusione dei video-games, gli  adolescenti sono prede sicure di questo mercato. Assistiamo spesso ad immagini indotte che non facilitano la creazione propria di idee figurative, ad immagini in serie che squalificano ogni rappresentazione personale; si può notare come  la creatività individuale (intesa come realizzazione propria, unica e irripetibile) ne risenta profondamente.

L’Arte Terapia si contrappone all’atteggiamento diffuso negli adolescenti che al posto della mentalizzazione vivono evacuazione, scarica continua che non lascia traccia. Considero potenzialmente contro corrente,  rispetto al “trend” dominante, lavorare ora con  l’arte terapia: creando l’immagine si approfondisce lo spazio psichico entro cui si configura l’esperienza, si aggiunge la metafora, la rappresentazione di cose che non si vedono,  si connette al mondo esterno un mondo interno, si favorisce la creazione della soggettività.  L’arte inoltre – in questo caso figurativa – permette l’espressione di tutti quei movimenti interiori difficilmente nominabili, ma riconoscibili e  riconducibili alla possibilità di scambio.

La creazione artistica che nasce dall’adolescente stesso è un elemento che fonda la sua soggettività a fronte  di un bombardamento esterno di immagini che gli chiedono omologazione ed identità di mero consumatore.

Giuliana Magalini – Arteterapeuta, Verona – www.giulianamagalini.it

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